Periodico telematico di Storia e Scienze Umane

Numero 11
(30 giugno 2003)

Editoriale



La recente celebrazione della giornata del 2 giugno e le intense parole del Capo dello Stato sull’importanza della nostra Patria, non potevano non suscitare il desiderio da parte della nostra redazione di dedicare un numero a questo argomento.
La rivalutazione del nostro Tricolore, da sempre identificato con il cammino del popolo italiano verso l'unità e la libertà della Patria, e le varie nuove interpretazioni dell’Inno di Mameli, rendono manifesta l’esigenza, a lungo sopita, di ritrovare e ritrovarsi, quali italiani, nei simboli che ci rappresentano e ci unificano, anche agli occhi delle altre identità statali, nazionali e sovranazionali.
Il lungo viaggio compiuto dall’Italia nella sua costruzione, partendo dal Risorgimento e dai suoi ideali che hanno permesso di raggiungere l’Unità - nella quale, è doveroso ricordarlo, la casa reale dei Savoia ha avuto un ruolo di rilevante importanza -, passando attraverso il sacrificio dell’irredentismo e della Prima Guerra Mondiale, superando il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale per giungere alla proclamazione della Repubblica e, meno di due anni dopo, alla promulgazione della Costituzione Repubblicana, ci dà dimostrazione della persistenza di un ideale unitario e, le manifestazioni attuali in onore della Patria, ci restituiscono, dopo un lungo silenzio politico e culturale da alcuni definito, forse giustamente, ‘morte della Patria’, un quanto mai doveroso sentimento di appartenenza. Sentimento che non contrasta con gli ideali dell’Unione Europea. L’Europa, intesa nel suo significato storico e politico più profondo, ha le sue matrici nel comune sentire dei vari popoli nazionali, sia come appartenenza geografica, sia come adesione ad una forma culturale ben definita e da lungo tempo in costruzione.
Ecco perché ritrovare l’idea di Patria può considerarsi, come sostiene il Presidente Ciampi, “uno stimolo per riannodare i fili che uniscono passato e presente e per ritrovare, nelle nostre radici storiche e ideali, le ragioni di un impegno rinnovato nella costruzione dell'Europa politica”.
Gli ideali mazziniani della Giovine Europa (1834), conservano a tutt’oggi la loro attualità: “L'avvenire europeo armonizzerà le due idee fondamentali dell'epoca nuova: patria, umanità. L'associazione della Giovine Europa rappresenterà queste due idee ed il legame che le armonizza è una grande associazione di due gradi, dei quali uno rappresenta la tendenza nazionale di ciascun popolo, ed insegna all'uomo ad amare la patria, l'altro rappresenta la tendenza comune a tutti i popoli ed insegna all'uomo ad amare l'umanità”.
È importante notare, sempre richiamandosi alle parole del Presidente della Repubblica, che si può “avvertire in ogni angolo della nostra Patria un consenso così vasto attorno al 2 giugno; avvertire un rinnovato orgoglio per l'identità italiana, per il suo patrimonio di cultura e di civiltà. Una identità che portiamo con noi anche nella costruzione dell'Europa unita intesa come spazio più ampio di libertà e di progresso”.
All’idea di Patria, come già sottolineato in precedenza, la nostra redazione vuole dedicare questo numero, anticipando, conformemente all’auspicio di considerare l’Europa una Patria delle Patrie, uno ‘spazio più ampio di libertà e progresso’, che il prossimo numero, in uscita il 14 luglio p.v., sarà dedicato all’idea di Europa, alla sua formazione storica e politica ed al suo recento impegno normativo nell’ambito della redazione di una Costituzione Europea, Costituzione che dovrà unire diversi popoli, diverse identità nazionali, diverse Patrie, appunto, in un’unica Patria sovranazionale, culturalmente, economicamente e, soprattutto, politicamente preparata ad affrontare questo importante ed impegnativo passo in avanti verso il progresso della libertà e della democrazia.
Il numero 11 di Storiadelmondo si apre, dunque, con una commovente ricostruzione storica, a cura di Umberto Maiorca, della nascita del monumento al Milite Ignoto, custodito in quel luogo, forse il più caro all’Italia insieme all’imponente Sacrario di Redipuglia, che lo stesso Capo di Stato ha definito come “dedicato all'unità della Patria e alla libertà degli italiani”.
A seguire nell’articolo di Ilaria Pagani Comunicare la Patria, il significato di tale monumento alla luce degli studi, tra gli altri, di Bianchi Bandinelli e Tobia.
Il terzo articolo, a cura del Direttore, vuol’essere il tentativo di un excursus storico attraverso le interpretazioni del Medioevo fra Ottocento e Novecento, interpretazioni spesso modellate sull’esigenza Risorgimentale di trovare una matrice unitaria nel passato storico dell’Italia.
Il quarto ed ultimo articolo, a cura di Deborah Fogliani, funge da anello di congiunzione fra questo numero ed il prossimo dedicato al concetto di Europa. Il suo studio Le origini del moderno concetto di patria in Irlanda. Il percorso storico dei rapporti fra Irlanda ed Inghilterra dalla conquista dei Normanni all’Atto di Unione del 1800 offre, infatti, spunti di riflessione relativamente all’esigenza di un gruppo nazionale di costruire la propria identità e di vederla riconosciuta anche in ambito internazionale.

Il Direttore

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< http://www.storiadelmondo.com/11/editoriale.htm > in Storiadelmondo, n. 11, 30 giugno 2003.

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